È stato sufficiente un accordo siglato lo scorso 26 giugno tra il Comune di Monfalcone e due diversi istituti comprensivi (il Giacich e il Randaccio) per determinare che, sessanta bambini dell’età compresa fra i 3 e 5 anni, rimanessero fuori dalla scuola. I piccoli, figli per lo più di operai dell’Azienda “Fincantieri”, non potranno essere accolti.
Il motivo? L’ accordo siglato ha stabilito un tetto massimo di presenza non italiana al 45%: praticamente finché c’è posto bene, quando si arriva al tetto stop.
Secondo il sindaco Anna Maria Cisint (Lega) dovrebbero essere i sindaci dei comuni vicini a prendersi in carico i bambini rimasti esclusi e, aggiunge, che dovrebbe essere proprio la Fincantieri a realizzare una scuola dell’infanzia per i figli dei suoi dipendenti.
Accuse arrivano dalla Flc, Cgil e l’opposizione del Partito Democratico; ma da Roma sembra non essere invece così.
Infatti il Presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga non esclude di sondare questa ipotesi. Il Miur sostiene di non sapere nulla di questo accordo (e non intende intervenire) ma, secondo il segretario Flc Cgil Adriano Zonta, l’Usr e l’Ust sapevano tutto.
Il regolamento modificato è stato inserito all’ultimo minuto nella totale oscurità delle famiglie che si sono viste i figli esclusi. Per la nostra Costituzione i minori devono essere tutelati senza distinzione di sesso, razza e religione mentre, come riporta ilfattoquotidiano.it, “escludere dalla scuola d’infanzia 60 bambini significherà avere fra 3 anni bambini che non conosceranno l’italiano e questo è un problema di tutti“.
Ci pensa il sindaco a spiegare i motivi della decisione: “Monfalcone ha il 22% di residenti immigrati per via delle attività di Fincantieri. I genitori di Monfalcone scappavano: ho visto almeno 90 famiglie andarsene dalla scuola della nostra città perché in alcune classi la percentuale degli stranieri era del 99%. La maggioranza dei migranti sono bengalesi ed i loro figli entravano nella scuola senza conoscere una parola di italiano e con problematiche serie. In questo anno e mezzo abbiamo provato a creare i presupposti per un giusto equilibrio”.
Continua poi: “La soluzione è stata raggiunta con l’intesa fra le scuole e il comune: abbiamo fissato questa quota con il 15% in più rispetto alla circolare Gelmini. Ho recuperato in questo modo le famiglie in fuga: quest’anno solo 40 sono andate via. Ma Fincantieri che genera tutto questo, dovrebbe realizzare una scuola materna aziendale”. La Società infatti ha appalti nel territorio fino al 2024 per cui si dovrà affrontare presto questa situazione.
La capogruppo del PD in consiglio comunale, Lucia Giurissa, spiega che sono state censite almeno ottanta lingue in una popolazione di 28mila abitanti: ciò significa che siamo di fronte ad un laboratorio di multiculturalità da decenni. La Lega, secondo la Giurissa, ha creato una discriminante fra bambini italofoni e non, ma i bambini nati nel nostro Paese, dice, parlano la nostra stessa lingua.
Non risparmia nemmeno i Presidi che dice “non hanno coinvolto i consigli d’istituto in questa scelta. Si è creato un precedente significativo”.
Che schifo… Sindaco, dimettiti… i bambini non si toccano… Lega intervieni e salva la faccia, scandalo umanitario internazionale!
Da sempre c’è un tetto massimo di bambini stranieri. E questo per favorire in ogni classe una reale integrazione, la possibilità di imparare l’italiano e uno scambio sicio-affettivo-relazionale.