L’alternanza scuola-lavoro non piace all’imprenditore Nisio Lenzini, titolare di un’azienda di revisione e assistenza motori del trevigiano.
L’imprenditore infatti tramite una lettera aperta su La Tribuna di Treviso ci ha tenuto a comunicare ai responsabili degli istituti, che di consueto gli inviano tirocinanti , che gli “fanno perdere solo tempo”.
“Gentile preside, eviti per cortesia di mandarci i suoi ragazzi per uno stage: la loro preparazione è scadente, non hanno voglia di imparare né di fare domande, e ci fanno solo perdere tempo“: è cosi che Lenzini ha esordito, inviando il testo anche a Unindustria e alle associazioni di categoria.
Secondo Lenzini, gli studenti non sono adeguatamente preparati tanto che – scrive l’imprenditore – “L’80 per cento dei ragazzi venuti da me non sanno leggere il calibro. I curriculum sono tutti uguali, quando li interrogo a voce i ragazzi mi dicono di essere ‘nubili’”.
“Ai ragazzi manca anche la curiosità, la voglia di apprendere sul campo. L’azienda deve fare l’azienda, spetta alle scuole la formazione, ma questa non è assolutamente all’altezza“, continua Lenzini, che ne ha una anche per le famiglie “Non vogliono più che i loro figli si sporchino le mani“.
Risultato di questo deficit formativo, è la difficile reperibilità di personale specializzato (operatori di macchine utensili, tornitori, motoristi), nonostante si offra come stipendio inziale 1500 euro netti al mese.
Non si è fatta aspettare la replica del dirigente scolastico dell’ Itis Giorgi Fermi di Treviso, Susanna Picchi : “Mi ha stupito l’iniziativa di Lenzini. Il nostro istituto ha collaborato con l’azienda e i nostri tutor sono sempre pronti a intervenire se ci sono problemi, quando vengono segnalati. Forse alla Lenzini serve personale specializzato, ma è chiaro che i ragazzi di terza fanno gli stage proprio per imparare. Di sicuro qualche ragazzo è meno motivato, ma il nostro istituto collabora con aziende di tutta la zona e a volte non riusciamo a soddisfare tutte le richieste. Di sicuro qualcosa si può migliorare, si può sempre, e ci stiamo impegnando a farlo“.
Dello stesso avviso Sabrina Carraro, vicepresidente di Unindustria Treviso: “Abbiamo sempre sostenuto, con tempo e risorse, le scuole affinché assicurino una adeguata educazione professionale, lo consideriamo strategico per il futuro delle nostre imprese e del loro ruolo sociale nel territorio. Tra le imprese registriamo un diffuso interesse e partecipazione. In una recente indagine condotta a Padova e Treviso dall’Associazione insieme a Fondazione Nord Est è emerso un giudizio ampiamente positivo delle imprese, 88% del campione rilevato“
Inoltre, la stessa Carraro, tiene a ribadire, sulla scorta delle lamentele di inadeguatezza di Lenzini, che “Un contatto positivo con le imprese fin dal periodo scolastico può far conoscere meglio la realtà delle imprese, le loro opportunità di lavoro e favorire un migliore incontro tra domanda e offerta per i giovani“.
Non si può chiedere ad uno studente di avere già esperienza, se è quello stage, nel progetto di alternanza scuola-lavoro, il suo biglietto di ingresso nel mondo del lavoro.