Elisa è una studentessa di Terni, che frequenta il quinto anno al liceo Angeloni di Terni e che, come molti ragazzi nell’ultimo mese, è stata chiamata a sostenere le prove previste dal ministero dell’Istruzione per raggiungere la tanto sospirata maturità.
L’iter scolastico di Elisa però si è concluso amaramente: il 27 giugno, quando nell’atrio della scuola di via Battisti sono stati affissi i risultati delle tre prove scritte, la maturanda ha scoperto di non essere stata ammessa alle prove orali del suo esame di maturità.
“Sono stati istanti terribili, per qualche ora non sono stata in grado di reagire. Per scoprire le ragioni alla base della mia non ammissione agli orali sono stata costretta a prendere un avvocato”, racconta Elisa.
La studentessa e i suoi genitori, infatti, hanno tentato di parlare con gli insegnanti della commissione d’esame, ma nessuno ha voluto fornire delucidazioni. “Sono andata a cercare uno dei membri interni ma mi ha risposto che non era tenuta a spiegarmi le ragioni della mia non ammissione. I miei genitori non sono stati ricevuti. Mio padre ha avvicinato un professore, che gli ha detto di farsi dire da sua figlia cosa era successo. Alla fine sono stata costretta a nominare un avvocato per sapere una cosa che mi spetta di diritto”.
Grazie al suo avvocato, Romina Pitoni, che ha richiesto l’accesso agli atti, sono state scoperte le accuse rivolte ad Elisa: plagio letterario.
“Mi accusano di aver copiato un vecchio articolo sulla costituzione pubblicato da un quotidiano nazionale sul web il 14 gennaio – dice Elisa – ma non è vero: io l’ho studiato e l’ho imparato a memoria. La costituzione e l’immigrazione erano i due argomenti di punta per la maturità ed io mi ero preparata alla perfezione. Se qualcuno ha dei dubbi può interrogarmi anche adesso e si renderà conto che quel testo lo conosco a menadito”.
“Avevo imparato alcuni articoli a memoria sulle tracce che era più probabile che uscissero. Mi sento vittima di un’ingiustizia e andrò fino in fondo per far valere le mie ragioni”, continua Elisa.
Intanto, per cercare di venirne a capo, lei ricostruisce a gran voce i fatti avvenuti il 20 giugno, durante la prima delle tre prove scritte sostenute, il tema di italiano, e racconta: “Prima di iniziare il tema ho consegnato il telefonino e non mi sono mai alzata dal banco. Non mi sono allontanata neppure per andare al bagno. Durante la prova, due studentesse sono state beccate con alcuni foglietti d’appunti. Gli insegnanti si sono limitati a toglierli dal banco ma per loro non ci sono state ripercussioni ed hanno continuato gli esami come se nulla fosse accaduto. Io invece, nonostante nessuno mi abbia visto copiare, dopo una settimana scopro di essere stata accusata di plagio letterario e di non poter proseguire la maturità”.
Lo scorso lunedì, il suo legale, ha provveduto a depositare il ricorso avverso tale bocciatura al Tar dell’Umbria, chiamato a pronunciarsi su un evento non cosi frequente nelle scuole italiane.