Sospeso insegnante che non si è presentato in classe perché non sapeva gli orari delle lezioni. Confermata la sospensione da parte della Cassazione.
E’ accaduto a Roma, all’Accademia nazionale di Danza, dove il docente pianista accompagnatore non si è presentato a lezione dal 14 ottobre al 3 dicembre, adducendo come scusa il non sapere quando avrebbe dovuto prendere servizio. La condanna, arrivata prima dal Tribunale di Roma e in seguito anche dalla Corte Di Appello nel 2016, è stata confermata dalla Corte di Cassazione.
A nulla è valso il ricorso dell’insegnante, il quale ha sostenuto che “sarebbe stato onere della stessa Accademia comunicargli nominativamente quando avrebbero avuto inizio le sue lezioni”.
Il ricorso è stato respinto dalla Cassazione, secondo la quale il verdetto della Corte di Appello secondo cui “è obbligo basilare del lavoratore rendere la prestazione per la quale è retribuito, ed è corrispettivo onere di diligenza prendere tempestiva conoscenza delle relative modalità”, è del tutto lecito, anche in assenza di orario affisso nella bacheca dell’Istituto.
L’insegnate ha inoltre affermato di avere richiesto un permesso di trenta giorni e di non aver ricevuto nessun rifiuto da parte dell’Accademia. Anche in questo caso, però, la Cassazione non ha tenuto conto della sua giustificazione, sostenendo che “la semplice domanda di permesso non legittimava il docente ad assentarsi dal lavoro senza attendere la formale autorizzazione del datore, non risultando alcuna previsione o prassi aziendale che assimilasse la mancata risposta all’autorizzazione”.