Purtroppo, nonostante la scuola sia terminata, non sono concluse le aggressioni nei confronti dei docenti. Se l’educazione va insegnata dai genitori, si presuppone che i giovani non siano in buone mani.
Nella periferia di Roma infatti si è consumata un’altra grave aggressione, questa volta in un istituto tecnico. La causa scatenante dell’episodio è da attribuire alla bocciatura del figlio 15enne.
Il genitore, più precisamente il padre dello studente, si è recato dal docente per avere un colloquio. La discussione è degenerata rapidamente per concludersi infine con una vera e propria aggressione ai danni del docente originario di Aversa e al primo anno di insegnamento: ricopre il ruolo di assistente tecnico del laboratorio di disegno.
L’insegnante è giunto in ospedale riportando un trauma sia cranico che alla schiena, inoltre presentava anche un principio di strangolamento. Il padre infatti, dopo averlo preso a pugni e calci avrebbe tentato persino di strangolarlo. Non si sa bene cosa volesse ottenere in questo modo il genitore.
Il docente è stato ricoverato in ambulanza e quindi ricoverato sotto osservazione.
È bene comunque ricordare che il professore, quando esercita la sua funzione, è a tutti gli effetti un pubblico ufficiale (l’art. 357 del Codice Penale dispone che “agli effetti della legge penale, sono pubblici ufficiali, coloro i quali esercitano una pubblica funzione legislativa, giudiziaria o amministrativa”). L’ingiuria nei suoi confronti costituisce ancora reato: oltraggio a pubblico ufficiale.