Le gite scolastiche sono il terrore di ogni insegnante, che deve affrontare la responsabilità di gestire decine di ragazzi galvanizzati dall’occasione di viaggiare e di vivere le loro prime esperienze fuori di casa senza l’occhio vigile dei genitori.
Se pensavate che gli adolescenti fossero ingovernabili allora non avete mai partecipato a una gita di bambini delle elementari. Simon Smith ha fatto un errore gravissimo, che ha messo a repentaglio la sua stessa vita: ha deciso di accompagnare in gita la sua bambina e altri 59 studenti in un vicino museo locale.
Un viaggio breve, circa un’ora di autobus all’andata e un’ora al ritorno.
Cosa mai poteva andare storto?
Ce lo racconta lo stesso Simon.
“Sono stato nell’esercito e ho affrontato l’addestramento del corpo degli incursori scelti, ma niente è paragonabile a questo. So bene che non mi crederete, ma quello che ho vissuto sulla mia pelle è stato sconvolgente.
Ho fatto andare in bagno ogni bambino prima della partenza per non avere brutte sorprese e siamo partiti. Dopo nemmeno un chilometro alcuni bambini mi hanno detto che dovevano assolutamente andare in bagno. C’era qualcosa che mi sfuggiva di tutta quella situazione.
Un bambino mi ha salutato dicendo “Yo Fratello!” e mi ha confessato di soffrire di mal d’auto. Sarebbe stata una lunga giornata.
Dopo aver mangiato la loro merenda quasi tutti i bambini dovevano andare in bagno e sono iniziai i mondiali di peti. Nemmeno degli adulti dopo una serata a base di birra, salciccia e fagioli potevano competere con loro e tutti scaricavano la colpa su altri bambini. Mi chiedevo cosa avevo fatto di male per meritarmi quella punizione.
Il bambino che mi ha chiamato “Fratello” si è sentito male e soltanto grazie ai miei riflessi ho evitato di avere del vomito sulle scarpe.
I bambini mi hanno scambiato per una guida turistica o per una pagina Wikipedia, perché mi chiedevano QUALSIASI cosa, letteralmente. Da “quanto manca?” a “ma è vero che Babbo Natale esiste?”. Ho cercato aiuto dall’autista, che mi ha ignorato.
Il museo era vicino al McDonalds, e tutti i bambini hanno preferito l’Happy Meal ai quadri. Recuperare ogni bambino dovrebbe essere inserito nelle 7 fatiche di Ercole.
Finalmente siamo entrati e gestire 60 bambini curiosi mi ha fatto rimpiangere i tempi dell’esercito. In confronto erano vacanze al mare.
Sono orgoglioso del mio operato perché sono riuscito a riportare a casa tutti e 60 i bambini, ma è stata un’esperienza quasi mistica, che mi ha fatto rivalutare il ruolo degli insegnati.
Senza nessuna ironia, sono degli eroi, troppo spesso sottovalutati da noi genitori. Il lavoro che svolgono è incredibile, e ho capito i sacrifici e l’attenzione necessari per gestire una classe di bambini.”
Una storia davvero divertente, vero? Condividila su tutti i tuoi social per fare divertire anche tutti i tuoi amici e farli riflettere sul ruolo degli insegnanti. E se hai dei ricordi di gite assurde faccelo sapere scrivendole nei commenti. Non vediamo l’ora di leggerle!