Ormai non ci sono più dubbi, la minaccia più grande per il calcio non è il VAR, non sono le scommesse, non sono nemmeno i tifosi. La minaccia più grande per il calcio è un uomo, di età compresa tra i 35 e i 50 anni, padre di un figlio di circa 10 anni che da poco ha iniziato a giocare a pallone.
La minaccia più grande per il calcio è il padre del “pulcino”.
Il padre del pulcino ha un passato da gloria mancata che spesso si trasforma nella convinzione di avere in casa il nuovo Cristiano Ronaldo.
Tutto questo lo accende, lo aizza, lo trasforma in una bestia che si aggira per i campi del pianeta tra sabato pomeriggio e domenica mattina.
Di nemici ne ha tantissimi che sono i genitori degli avversari, l’arbitro e tutti coloro che ostacolano i loro sogni di gloria, addirittura l’allenatore della loro stessa squadra quando sbaglia tattica o formazione.
Un po’ come successo qualche tempo fa in provincia di Arezzo: un allenatore ha inviato un messaggio ai genitori dei suoi atleti comunicando le convocazioni per la partita del giorno successivo, aggiungendo che gli esclusi avrebbero potuto giocare la partita successiva.
Un genitore degli esclusi l’indomani si presenta al campo, ma prima ha fatto la voce grossa e poi ha preso a pugni l’allenatore. Ecco, tutto il resto è cronaca.
Questo serve per dire che il padre del pulcino è una bestia molto pericolosa che va marcata stretta.
Una probabile soluzione? Semplice, basterebbe tenere lontani dai campi da calcio le famiglie, tenerle lontano. Ma come? Magari costruendo vicino ai centri sportivi dei cinema e quando i bambini, anzi quando i “pulcini” entrano in campo, i genitori vanno in sala a vedersi un bel film e non potranno mai uscire fino a quando, come i film di una volta, non apparirà la parole “fine”.