Regole, regole e ancora regole. È una parola che sentiamo spesso, ma guardiamo da vicino il significato di questa parola, o meglio, del termine “norma”. Secondo l’enciclopedia Treccani, si dice “norma” una “Regola di condotta, stabilita d’autorità o convenuta di comune accordo o di origine consuetudinaria, che ha per fine di guidare il comportamento dei singoli o della collettività, di regolare un’attività pratica, o di indicare i procedimenti da seguire in casi determinati”.
Una volta tenuto bene a mente il significato di questo termine, possiamo procedere col parlare di una cosa molto importante e spesso discussa: cosa non si può fare all’interno di un istituto scolastico?
Partiamo dalle cose basilari: a scuola è vietato copiare i compiti altrui. Questo ovviamente perché altrimenti il docente non riesce a fornire una valutazione idonea dello studente. Viene considerato maleducato, e quindi spesso vietato, masticare il chewing gum a lezione. Inoltre, a discrezione dell’istituto, è vietato scambiarsi figurine o carte collezionabili a scuola. Questo però è a discrezione dei docenti.
Sembrerà banale dirlo, ma è sempre meglio ripeterlo: è proibito aggredire verbalmente o fisicamente un docente. Ogni persona con del buonsenso dovrebbe saperlo ma, a quanto pare, sembra essere un concetto molto astratto visto il susseguirsi di aggressioni negli ultimi tempi. Cosa rischiano gli studenti in caso di aggressione? Al momento si può incorrere nella bocciatura, sospensione e anche espulsione dalla scuola. Nel peggiore dei casi si può passare ad una denuncia per lesioni o per interruzione di pubblico servizio. Se lo studente non è penalmente punibile, raramente avrà successo una denuncia per oltraggio a pubblico ufficiale.
Ovviamente quello che vale per gli studenti vale anche per i genitori che rischiano pene ben più gravi rispetto a quelle che possono subire gli studenti. Questo vale sia per aggressioni verbali che fisiche e si può incorrere persino alla incarcerazione. Se oltre all’aggressione vengono criticati i metodi educativi, il genitore deve anche pagare una somma in denaro come risarcimento.
Un altro argomento molto dibattuto è quello che vede protagonista l’uso dello smartphone in classe. Qui c’è da dire che ogni istituto può decidere in autonomia se concedere l’utilizzo o meno. È bene sottolineare però, qualora fosse consentito l’uso di telefonini e tablet, che i ragazzi devono comunque limitarne l’uso.
Sempre riguardo il telefono, il Garante per la privacy ha imposto alcuni limiti, tra cui il divieto di far fotografie, video o registrazioni audio. Ciò può essere consentito solo se sussiste il consenso scritto del diretto interessato, dei genitori o degli insegnanti. Infrangere queste regole equivale al sequestro del dispositivo da parte del docente che verrà restituito al termine dell’attività didattica.
I docenti, una volta sequestrato lo smartphone, non possono per legge portarlo a casa al termine della lezione. È vietato anche compiere una perquisizione per garantire che non si siano nascosti altri telefoni. Questo comportamento è punibile penalmente.
Un altro comportamento che sarebbe vietato è quello di fumare nelle aree dell’istituto. Ma perché è utilizzato il condizionale? Perché, nonostante il divieto di fumare sia valido per studenti, docenti e personale Ata, spesso si chiude un occhio e si consente di fumare in cortile o comunque all’esterno (mentre all’interno dell’edificio è sempre vietato). Trasgredire il divieto di fumo comporta ad una sanzione pecuniaria specificata nei cartelli che vietano il fumo.
È vietato impedire agli studenti di recarsi al bagno, anche se si sospetta una copiatura per un compito in classe. È bene ricordare che un compito in classe non è da considerarsi come una prova di idoneità ufficiale, quindi non esiste nessuna regola che impedisca agli studenti di recarsi ai servizi igienici. Ovviamente sta al buon senso dello studente non recarsi in bagno ripetutamente.
Inoltre non esistono leggi che dicano come i ragazzi debbano vestirsi a scuola, però può esistere un regolamento interno che, come tale, va rispettato. Negli istituti più rigidi è vietato indossare infradito, minigonna troppo corta, pantaloni a vita eccessivamente bassa e così via. Il regolamento è valido anche per i docenti.
Un’ ultima regola, applicabile a discrezione dell’istituto, consiste nel non lasciarsi andare in effusioni amorose troppo marcate, perché questo atteggiamento è comunque vietato.