Lo sviluppo di un Paese e il suo successo nell’economia globale può realizzarsi solo favorendo lo sviluppo delle potenzialità di tutti i suoi cittadini senza alcuna distinzione di genere. In quest’ottica è indispensabile formare future generazioni con conoscenze e competenze grazie alle quali siano in grado di analizzare, valutare e riformulare informazioni e risolvere problemi complessi.
Se il ruolo delle donne in questo scenario vuole essere determinante e la parità di genere il motore dello sviluppo e benessere di ogni Paese, occorre superare ogni stereotipo di genere tra i quali vi è quello di una presunta scarsa attitudine delle studentesse verso le discipline STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics).
Tale stereotipo avrebbe condotto ad un divario di genere in questi ambiti disciplinari sia interno al percorso di studi che nelle scelte di orientamento formativo prima e professionali poi.
Ciò è evidenziato dai dati relativi alle iscrizioni scolastiche (2016) da cui si può constatare che sul totale degli iscritti al 1° anno negli istituti tecnici – settore tecnologico – la percentuale di studentesse è inferiore al 20%. Se si prendono poi a riferimento tutti i corsi di laurea, emergono rilevanti differenze di genere tra i vari settori di studio. Si registra infatti una presenza massiccia delle donne nell’area umanistica (circa 70%), mentre tale parametro diminuisce man mano che si passa ad ambiti del settore scientifico o tecnico.
La Presidenza del Consiglio ha valutato che questi dati, che si prestano a diverse letture, oltre a raccontare un divario di genere nella formazione, evidenziano la difficoltà di accesso delle donne alle carriere tecniche e scientifiche. Di fatto, il proseguire in questa direzione creerebbe un problema sociale importante in quanto si favorirebbero processi di discriminazione di genere legati allo sviluppo del mercato del lavoro nonostante i posti di lavoro in ambito scientifico e tecnologico costituiscono e costituiranno, sempre più in futuro, un importante bacino di opportunità professionali che si stanno aprendo in tutto il mondo.
Sebbene la statistica ci dica che i risultati scolastici eguagliano e talvolta superano quelli degli studenti maschi, le studentesse tendono ad avere nelle discipline STEM un’autostima minore dei ragazzi, cioè, in media, minor fiducia nelle loro capacità “scientifiche” rispetto ai loro colleghi maschi.
E’ necessario perciò investire su bambine e ragazze, permettendo loro di avvicinarsi al mondo della scienza, tecnologia, matematica ed ingegneria senza paura, inadeguatezza, ansietà provando ad annullare la “innaturale” disparità di genere.
Per tutte le ragioni sopra esposte abbiamo ritenuto che, per abbattere rigidità dure a morire e stereotipi come quello di genere, sia necessario cambiare, fin dalla scuola del primo ciclo, l’approccio formativo nei confronti delle materie STEM, utilizzando modelli di apprendimento innovativi, attivi e informali che sviluppino conoscenze in maniera integrata, trasversale e soprattutto inclusiva e che favoriscano creatività, partecipazione attiva e apprendimento attraverso il gioco, strumento didattico ideale per fare emergere le potenzialità e accrescere l’autostima.
IL PROGETTO
“STudio Emozionante“, finanziato dal bando “In estate si imparano le STEM” del Dipartimento delle Pari Opportunità al Secondo Istituto Comprensivo di Francavilla Fontana (Br) è stato strutturato in 10 rientri antimeridiani di quattro ore ciascuno (dalle 8.30 alle 12.30), dal 28/8/207 all’8/9/2017, quindi al di fuori del tradizionale tempo scuola. Tale progetto ha integrato e completato la 3^ edizione della “Summer school d’istituto” (finanziata con fondi dell’istituzione scolastica e contributo delle famiglie), anch’essa con all’interno attività riguardanti il coding, la robotica, la progettazione e stampa 3D ma anche di educazione motoria, che si è svolta dal 19 al 30 giugno 2017.
Il progetto “STudio Emozionante” si è avvalso di uno sfondo tematico unitario: “Le visioni di Leonardo da Vinci”, ritenuto, più di altri, in grado di attirare l’interesse dei partecipanti e, al tempo stesso, di affrontare le discipline STEM in maniera integrata e soprattutto pratica.
Visto il tempo limitato a disposizione, sono state prese in considerazione solo alcune delle “macchine” pensate da Leonardo, le più semplici, da riprodurre in scala, reinventandole e rendendole in alcuni casi interattive.
Al progetto hanno partecipato 33 alunni di cui 8 di sesso maschile e ben 25 di sesso femminile, appartenenti alle classi quinte di scuola primaria (in gran parte gli stessi che avevano partecipato alla Summer school) e prime classi di scuola secondaria di primo grado. Divisi in 7 gruppi le alunne e gli alunni di scuola primaria, più numerosi, sono stati abbinati alle colleghe e colleghi più grandi creando così gruppi misti per sesso ed età.
Nel corso di ciascuna giornata si sono svolti due “laboratori formativi”, di due ore ciascuno, guidati da un esperto formatore con il supporto di 2-3 docenti tutor. Le alunne e alunni, grazie alla guida degli esperti e dei tutor, hanno potuto riflettere sui principi matematici, fisici, tecnologici alla base della progettazione e dell’uso dei dispositivi inventati da Leonardo.
L’intero percorso, ad eccezione delle ultime due giornate si è svolto in un “maker space” il “Montessori creativity space”, un ampio ambiente di apprendimento di cui il Secondo Istituto Comprensivo si è dotato, provvisto di arredi modulari e di una ricca strumentazione tecnica, comprendente e tra l’altro di stampanti 3D, laser cut e plotter da taglio.
I laboratori previsti sono stati:
• il Cod-Rob Lab, della durata di 20 ore è stato dedicato a Coding e Robotica. Con i mattoncini LEGO® Education WeDo 2.0, i loro moduli pogrammabili, ingranaggi, pulegge e altri pezzi tecnici di Fischertechnik®, sono state costruite delle strutture robotiche ad ispirazione leonardesca. Ad alcune di queste strutture sono stati anche abbinati sensori e attuatori utilizzando i moduli elettronici Littlebits®. I partecipanti più grandi si sono anche cimentati nella realizzazione di semplici “videogiochi”, aventi come protagonista Leonardo e le sue scoperte, utilizzando Scratch. Gli esperti che hanno gestito questo laboratorio sono stati sia docenti dell’Istituto, come le maestre Balestra, De Nitto, Gatti, Di Taranto e Taurisano che esterni come l’Ing. A. Germinario, inviato dalla Scuola di Robotica di Genova partner del progetto.
• il Maker Lab, della durata di 12 ore, è stato dedicato tinkering. In questo laboratorio si è realizzata la progettazione e costruzione di alcune semplici macchine tratte dai codici vinciani (carrucole, ingranaggi, ponti, catapulta, vite d’archimede ecc.) utilizzando diverse attrezzature e materiali come:
– stampanti 3D per riprodurre in materiale plastico particolari di macchine;
– La laser-cut per riprodurre in legno parti di macchine. In questo laboratorio l’esperto è stato il maker P. Vania che da anni collabora con il nostro Istituto nella realizzazione di progetti curricolari ed extracurricolari dedicati alla progettazione e stampa 3D.
– Il Virtual Lab, della durata di 8 ore, si è invece svolto nei laboratori del CETMA (Centro di ricerche europeo di tecnologie, design e materiali) nella Cittadella della ricerca di Brindisi. Questo laboratorio ha fatto scoprire il fascino della realtà virtuale ed aumentata e le loro più comuni applicazioni. I partecipanti alla formazione hanno anche effettuato una visita guidata a “Centro Realtà Virtuale” [CETMA Virtual Reality Center (CVRC)] un laboratorio di visualizzazione avanzata che consente una visione immersiva, collaborativa e interattiva di scenari 3D. In questo laboratorio gli esperti sono stati tutti forniti dal CETMA.
Al progetto hanno aderito come partner:
La Scuola di Robotica di Genova: Associazione Cultuale, Ente Formatore Miur, che dal 2000 si occupa di robotica educativa ed è Centro Nazionale del progetto europeo “Roberta, Le Ragazze scoprono i robot”, dedicato espressamente a promuovere le materie STEM presso le bambine e ragazze, con una metodologia confermata, utilizzando kit robotici e coding. Dal 2008 Scuola di Robotica svolge corsi di robotica educativa presso le scuole con particolare attenzione alle ragazze.
Il CETMA (Centro di Ricerche Europeo di Tecnologie, Design e Materiali): un centro di Ricerca e Tecnologia (RTO) con sede nella Cittadella della ricerca di Brindisi che svolge da oltre 20 anni attività di ricerca applicata, sviluppo sperimentale e trasferimento tecnologico nel settore dei materiali avanzati (compositi, polimeri, materiali bio-based e da riciclo), e dell’ICT (sviluppo di software specialistici per applicazioni innovative nell’ingegneria, nella produzione e nei servizi)
Media-Direct: leader italiano nel mercato dell’education che dal 1994 porta innovazione e tecnologia alle scuole italiane, che ha fornito il supporto tecnico consegnando, in comodato d’uso con diritto di riscatto, alcune delle attrezzature non ancora in possesso della scuola e indispensabili per la realizzazione del progetto.
Il CIID (Centro di Servizi Interuniversitario per l’Innovazione Didattica) delle Università di Lecce, Bari e Foggia) che si occupa di innovazione sociale e tecnologica dei contesti di apprendimento e che nel progetto ha svolto l’attività di valutazione del progetto.
OBIETTIVI
• Promuovere nuovi approcci didattici alle discipline STEM attraverso la realizzazione di percorsi formativi innovativi, sia nei contenuti che nelle metodologie.
• Ideare e realizzare materiali didattici e formativi da diffondere sia all’interno dell’istituto che all’esterno dello stesso, per promuovere buone prassi educative, sia in termini metodologici che di contenuto, in merito al genere e alle differenze.
• Promuovere una cultura di genere e del rispetto delle differenze all’interno dell’intero istituto.
• Portare a scuola il fascino dell’artigiano digitale, del “maker” e dello sperimentatore, attraverso lo sviluppo nelle studentesse e studenti della consapevolezza che gli oggetti si possono progettare e creare attivando processi in cui ciascuno:
– sviluppa la manualità;
– ritrova il piacere di giocare insieme ai compagni per realizzare un manufatto.
METODOLOGIA DEI PROCESSI:
La metodologia sottesa alle attività svolte nel progetto “STudio EMozionante”, con l’intento di spostare il focus dall’insegnamento all’apprendimento, è quella “tinkering” si è basata sul ciclo “think-make-improve”, già adottato in altri progetti.
Questa metodologia accresce la consapevolezza che “studiando, provando e sbagliando si arriva al risultato voluto”. L’errore non viene visto negativamente, ma come occasione per progredire e migliorare l’apprendimento, infondendo negli studenti soddisfazione e fiducia in sé stessi. Giocando ed esplorando ci si approccia ai problemi attraverso un processo nel quale chi apprende si “sporca le mani”, operando su oggetti (materiali o virtuali) che vengono percepiti come reali e per la risoluzione dei quali l’alunna/o si sente intrinsecamente motivato. Proprio questi aspetti motivazionali, come detto in premessa, sono spesso gli elementi pregiudiziali che invalidano il rapporto tra le discipline STEM e il mondo femminile.
Per il progetto sono stati presi in considerazione anche aspetti propri del “Project Based Learning”:
● attraverso la proposizione di esperienze complesse legate al raggiungimento di uno scopo concreto o di un obiettivo specifico;
e del “Challenge based learning”:
● attraverso un approccio didattico multidisciplinare, collaborativo e coinvolgente che incoraggi gli studenti a sfruttare la tecnologia per risolvere i problemi del mondo reale.
CONCLUSIONI
Il progetto è stato monitorato in tutte le sue fasi attraverso griglie di osservazione. L’intero processo di monitoraggio ha puntato a rilevare non soltanto questioni riguardanti l’attività formativa, ma anche aspetti motivazionali. Il rilevamento e l’osservazione ha riguardato principalmente gli allievi, ma sono stati rilevati anche esperti, tutor, e genitori.
Dalla analisi dei dati, coordinata dal CIID di Lecce e gestita dalla maestra Cazzetta, è emersa la positività dell’esperienza condivisa da tutti gli attori del progetto (studenti, genitori, esperti, tutor e dirigente). Tutti hanno manifestano la presenza di un clima sereno, positivo ed efficace per l’apprendimento. Gli allievi hanno apprezzato ogni particolare argomento trattato dimostrando in ultima analisi che la scuola che orienta il proprio insegnamento verso le competenze e le metodologie di tipo laboratoriale ed esperienziale certamente influisce positivamente sulla partecipazione e sul raggiungimento degli obiettivi didattici.
L’ampia soddisfazione manifestata anche dai genitori ha dimostrato come un clima sereno, orientato all’apprendimento fa crescere il senso di relazionalità positiva della comunità scolastica generando ricadute positive anche all’interno delle famiglie. I genitori hanno anche riconosciuto il valore educativo e formativo del progetto richedendo che tale percorso divenga strutturale e qualificante all’interno dell’istituto.
I giudizi sopra espressi hanno trovato ampia eco anche da parte dei tutor e degli esperti. Tutti hanno vissuto una esperienza estremamente positiva che come era negli intenti rappresenta un prototipo che merita di essere ampliato e trasformato in un percorso integrativo nell’offerta formativa dell’istituto.