Che fatica essere insegnante! Insegnare spesso è una lotta continua, soprattutto psicologica. Perché non bastano anni e anni di studio sui libri se poi, una volta raggiunto il “traguardo” ed essere quindi nella posizione di insegnare, non si viene presi sul serio.
Solitamente chi ha deciso di intraprendere questo mestiere non lo fa perché “non ha trovato di meglio”, si vuole insegnare perché c’è passione e voglia di arrivare nel cuore dei ragazzi per educare e attuare un cambiamento.
Ma è davvero una lotta dura, soprattutto quando si insegna in quella fascia di età un po’ particolare che va dagli 11 ai 17 anni. I ragazzi infatti osservano tutto quello che il docente fa, prestando particolare attenzione al modo di vestire e all’atteggiamento fisico per poi imitarlo tra gli schiamazzi dei compagni. Ma allora come porsi per affrontare al meglio tutto questo?
Presentarsi in classe di buon umore e sorridenti lancia già un messaggio positivo nei confronti degli alunni, ricevono infatti la sensazione di “serenità”. Se questo atteggiamento è accompagnato ad un look sobrio (quindi non soggetto a possibili derisioni) sicuramente i ragazzi utilizzeranno un approccio diverso nei confronti dell’insegnante.
Spesso però il messaggio che si lancia può essere travisato, facendo credere agli alunni che quello sia un docente “tranquillo e poco severo” e quindi si possono fare schiamazzi o infischiarsene della lezione. Per evitare ciò bisogna quindi essere insegnanti autorevoli e trovare il giusto equilibrio fra la disponibilità e il porre il giusto freno quando serve. Risultare spiritosi aiuta ad instaurare un legame con la classe intera, ma è giusto ricordare che occorre anche la severità se necessaria.
Ovviamente tutto ciò funziona se c’è la passione alla base dell’insegnamento, altrimenti non si verrà mai presi sul serio dai propri alunni.