Un milione di studenti in meno. Questa è la stima fatta per la scuola italiana elaborata dalla Fondazione Agnelli utilizzando i dati Istat sull’evoluzione demografica in Italia. Nei prossimi dieci anni quindi oltre ad avere meno studenti ci sarà anche una drastica diminuzione del corpo insegnanti.
La popolazione italiana considerata in età scolare (dai 3 ai 18 anni di età) è circa di 9 milioni. Nel 2028 si stima un calo che porterà gli studenti a 8 milioni. Il Bel Paese è l’unico stato europeo a presentare una diminuzione così consistente di studenti.
Questo enorme calo colpirà tutte le regioni: la popolazione di età compresa tra i 3 ed i 5 anni diminuirà ovunque e di conseguenza verranno eliminate approssimativamente 6.300 sezioni delle scuole dell’infanzia. Le iscrizioni alla scuola primaria diminuiranno del 24% in Sardegna e del 20% in Campania, quindi si perderanno circa 18.000 classi.
La situazione non migliora alle scuole medie del nord e del centro che, dopo una debole crescita, raggiungeranno gli stessi numeri del sud Italia, perdendo 9.400 classi. Stessa musica anche per le scuole superiori che perderanno circa 3.000 classi (ad eccezione del Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria e Lazio, il cui saldo nel 2028 sarà positivo).
Si stima una perdita consistente di classi, circa 55.000. “A soffrirne sarà il rinnovamento del corpo docente e probabilmente anche la capacità di innovazione didattica dell’intero sistema d’istruzione”, commenta Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli.
Due potrebbero essere le soluzioni da adottare: aumentare il numero di insegnanti per classe come nel 1990 oppure ridurre il numero di studenti per ogni sezione. Vedremo tra 10 anni quale provvedimento verrà adottato.