“I ruoli non sono più rigidi, prefissati, e a non sentirli così sono proprio coloro che li incarnano. I genitori di oggi sono soli, sentono così liquido il proprio ruolo che cercano conforto e conferma dai figli, persino una legittimazione”. Queste sono le parole di Massimo Ammaniti, professore onorario alla Sapienza di Roma ma anche psicoanalista dell’International Psychonalytical Association.
Riferendosi ai ragazzi, vede in loro spesso alcune vulnerabilità individuali derivate da situazioni complesse nell’ambito famigliare. Il cambiamento del concetto di famiglia, che ora prevede uno o massimo due figli, ha portato conseguentemente ad una trasformazione della sfera famigliare e questo comporta un maggior problema durante la fase di distacco che si va a creare nel momento dell’adolescenza. Questo si verifica perché i genitori, i quali tendono ad essere più amici che famigliari, investono molto sui propri figli e questo comporta una complicanza nel distacco.
Ammaniti ha quindi proseguito il suo pensiero: “I genitori devono mettere confini e punti fermi al figlio adolescente che vive momenti di confusione. I genitori devono essere presenti, attendibili e rappresentare un riferimento. Oggi c’è molto questa idea di essere amici dei figli: si preferisce lasciare correre le cose invece di affrontare il contrasto, il conflitto che nasce quando si mettono delle regole”.
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La tendenza che si è andata via via conformandosi negli ultimi anni quindi rischia di produrre veri e propri disastri nella crescita dei figli che, evitando i naturali contrasti con la famiglia, rischieranno l’insorgere di altre problematiche. La confusione dei ruoli all’interno del nucleo famigliare può far scaturire tutta una serie di problemi che poi sarà difficile risolvere.
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La causa di tutto questo può essere addebitata certamente alla famiglia che avendo molto tempo libero e scarsa prole si concentra costantemente sull’agire quotidiano dei figli e soprattutto su quelli che con essi interagiscono.In primis la scuola sulla quale essa si accanisce sollecitata anche dalla sua scarsa considerazione sociale, del ruolo debole e frustante dei suoi operatori e dalla visione inefficace e disturbata della politica. Da qui la disistima, la denigrazione e la denuncia per ogni atteggiamento energico, autorevole e direttivo di chiunque tenta di educare al rispetto degli altri, all’osservanza delle regole e ai benefici del sapere.
Io sono nata nel 1953 e mi ricordo ancora che mio padre mi rispondeva sempre di no. E dopo avermi detto una volta No alle mie richieste, non rispondeva piu’, bastava una sua occhiata per dissuadermi. E se insistevo ricevevo botte e andavo a dormire senza cena. Rimanevo per qualche giorno senza parlargli ma poi tutto passava e non rimaneva nessun rancore. Anche io ai miei tre figli ho continuato così. Oggi sono genitori sereni, affettuosi e amorevoli e anche mia figlia alla sua bambina non gli da’ vinta tutto quello che chiede. Quindi resta il fatto che i genitori non devono essere amici dei figli ma dare regole precise e farle rispettare. Anche perché i ragazzi non sono nati imparati ma devono imparare strada facendo. E se non sono i genitori per primi ad impartire le regole di morale, chi lo deve fare??????
Quanta ipocrisia in questo apparente scenario da Mulino Bianco…
Tutti i genitori dicono di amare i propri figli. Dato per buono che sia vero, quando ami qualcuno desideri il suo benessere. E quale benessere più grande che essere liberi di fare ciò che si vuole quando si vuole? Tu eri più felice quando tuo papà esaudiva una tua richiesta, oppure quando ti fulminava con lo sguardo spedendoti a letto a digiuno?
I miei genitori (classe 1948) sono riusciti ad essere sia amici che protettivi che esempi e fonte di regole. Qualche no in meno sarebbe stato meglio, perchè spesso erano dei no egoistici, dettati dalla non volontà di lasciarmi volare con le mie ali.
noi genitori,tutti putroppo,quasi,divorziati,siamo troppo soli nel crescere i figli,e diventa difficile non cercare appoggio proprio nei figli,pur sbagliando!
il mio pensiero è che sono tutte cavolate i problemi ci sono sempre stati, anche ai tempi dei nostri genitori e dei nostri nonni. Il fatto è, che è semplice colpevolizzare la famiglia di per se, perche non dicono che la colpa è della società in cui ci fanno vivere, perche non dicono che la scuola è cambiata, che la società è cambiata, che la chiesa è cambiata. Chiunque ha avuto conflitti con i genitori indipendentemente da come il genitore si è comportato nei confronti dei figli. Quindi smettimola sempre di colpevolizzare il padre o la madre per i comportamenti verso i figli e iniziamo a ragionare e chidersi se la società è quella che influenza il comportamento di tutti, e che vorrebbe la gente come automi.
È vero che tutto è cambiato, ma sono il padre e la madre il fulcro dell’educazione di un figlio, loro ne hanno la principale responsabilità e devono essere creativi nel trovare il modo migliore, fare da scaricabarile vuol dire prendersela comoda poco coraggiosamente, a scapito del figlio.
La società siamo noi. Madri, padri donne e uomini giovani e vecchi formano la società dunque la società la rendiamo noi così,non è mai colpa nostra vero? È sempre colpa di qualcun altro, è per questo che il mondo va a rotoli si da sempre la responsabilità dei propi errori ad altri. Le comunità sono formate da un insieme di uomini forse se ogni singola persona cercasse di vertice la rotta potrebbe influenzare chi gli sta vicino e piano piano ottenere un cambiamento in questa bistrattata società
Il problema spesso sono i genitori che sono ancora figli. I nonni li tolgono d’impiccio in tante situazioni, crescono i nipoti, aiutano all’inverosimile per sentirsi utili e non permettono ai loro figli di cavarsela da soli come genitori! Vedo tanto miei coetanei che sono al livello dei loro figli perché se hanno un problema chiamano mamma e papà e pensano di vivere ancora di comodità e senza rinunce verso i figli.
Il problema maggiore è l’assenza dei genitori a casa ed un equilibrio famigliare. Questi ragazzi sono costretti a star molte volte da soli a casa perchè il padre e la madre lavorano e molte volte non riescono ad avere un affetto ed una presenza di uno dei loro genitori, quado loro si sentono soli. Una volta , ai tempi dei miei nonni, due o tre famiglie stavano e vivevano assieme nelle campagne ed i figli, dove i loro genitori lavoravono nei campi, non stavano mai da soli e quando avevano bisogno di un adulto esso c’era. Adesso è molto difficile seguire un figlio quando ha bisogno e non si riesce a dar delle regole inquanto loro stanno molte volte da soli e si gestiscono, molte volte, da soli.
Sono una mamma single.. Ho due figli e tante volte.. Presa dall’esasperazione o dalla stanchezza faccio correre e chiudo un occhio su cose che se le avessi fatte io da adolescente non mi sarebbero mai state accettate.. Penso di essere una mamma severa.. Ma nello stesso tempo cerco di essere un amica per loro.. Una persona con la quale possono sentirsi liberi di parlare e di sfogarsi.. Ho insegnato loro o perlomeno ci ho provato.. L’educazione e il rispetto.. E credo di aver fatto un buon lavoro.. E penso che avergli trasmesso la sicurezza di potermi confidare qualsiasi cosa per me sia un traguardo.. Perché ricordo che con i miei avevo il timore di raccontare qualsiasi cosa.. Anche quella che magari avrebbero dovuto esserne al corrente.. Autoritari si.. Ma anche comprensivi e aperti a tutto ti ciò che ormai circonda i nostri figli.
Secondo me dipende dai marziani,dall’influsso delle stelle in trigono con marte e dalla pessima congiuntura astrale dei gemelli in sagittario…. Perché a leggere certo commenti questo è il pensiero… Ciascuno è responsabile delle proprie azioni che hanno conseguenze sugli altri, in primis i figli.