A scuola, l’insegnante gioca un ruolo fondamentale per l’alunno che presenta problematiche di disabilità intellettive. L’azione didattica infatti deve differenziarsi e agire su più livelli, sia per quanto riguarda la dimensione dell’apprendimento, che quella dell’inclusione. Ma quali sono le risorse e quali i consigli operativi per una didattica inclusiva?
Ho terminato di leggere alcuni giorni fa (utilizzando la carta docente) un libro molto interessante del professor Renzo Vianello, docente all’Università degli studi di Padova e Preside della Facoltà di Psicologia dal 2001 al 2007, che non solo mi ha permesso di avere un quadro molto più chiaro sui metodi didattici da adottare, ma mi ha fornito strumenti e materiali pronti all’uso.
I compagni di classe sono fondamentali nei processi di inclusione, quindi l’insegnante dovrebbe puntare sui lavori a coppia o di gruppo, favorire la collaborazione tra gli alunni per stimolare l’apprendimento come un processo nel quale le relazioni e il confronto assumo grande valore.
Un altro aspetto molto importante è rappresentato dagli strumenti di lavoro, dagli spazi e dalla capacità di adattamento dell’insegnante a tutto questo. La comunicazione e la forma della lezione devono adattarsi infatti agli alunni, e non viceversa, al fine di riuscire ad attivare più canali di elaborazione nei discenti, differenziando obiettivi e materiali.
Una didattica davvero inclusiva valorizza le differenze presenti in classe, le differenti forme di intelligenza, di attenzione e memorizzazione, le diverse abilità cognitive e comportamentali.
Le mappe mentali e concettuali sono una risorsa preziosa per tutti gli alunni, specialmente per gli alunni che presentano maggiori difficoltà: è importante schematizzare attraverso una logica visiva e concettuale, dare risalto alle illustrazioni, analizzare le fonti visive.
Ricordiamoci sempre quanto sia importante l’aspetto psicologico ed emozionale nel processo di apprendimento: l’autostima e l’immagine positiva di sé sono risorse fondamentali che il bambino deve riuscire a sviluppare anche con l’aiuto dell’insegnante, insieme alla capacità di gestione delle emozioni.
La finalità della didattica inclusiva è sicuramente quella di permettere a tutti gli alunni di raggiungere il massimo per quanto riguarda apprendimento e partecipazione: l’insegnante quindi gioca un ruolo fondamentale e deve essere capace di valorizzare le differenze, soprattutto nei casi più problematici, di disturbi o deficit precisi.
Lavorare con ragazzi che presentano disabilità intellettive, che si parli di insegnanti di sostegno, pedagogisti , educatori o anche semplicemente genitori, è un’attività difficile che richiede strumenti adeguati, oltre alla conoscenza delle caratteristiche di questi disturbi: occorre quindi pianificare interventi mirati e piani educativi personalizzati in funzione del singolo individuo e delle sue peculiarità.
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