Molte cose sono cambiate nel corso degli anni, ma una in particolare è di grande rilievo: la graduale scomparsa del corsivo. Infatti è già da circa mezzo secolo che non è più previsto il suo insegnamento nell’ambito della didattica scolastica. Rischia il pensionamento anche la grande amica degli alunni, ovvero la penna, che potrebbe essere soppiantata da tablet e simili.
Francesca Blasetton, presidente dell’Associazione Calligrafica Italiana ha constatato come la penna cancellabile sia stata deleteria perché, cancellando, non si vedevano i propri errori e non si era spinti verso il miglioramento. La presidentessa ammette che la stilografica era un elemento molto importante per migliorare la propria grafia, perché permetteva di assumere una postura corretta e di fare attenzione alla pressione da esercitare. Conclude con amarezza riguardo gli smartphone e tablet che stanno dando il colpo di grazia alla capacità di scrittura.
È sempre più frequente infatti vedere dei bambini che imparano a muovere prima il dito su di uno schermo touch e poi apprendano la scrittura con la penna. Questo ha portato ad una progressiva ibridazione della scrittura nata dalla mancanza di un corretto uso del corsivo: i ragazzi preferiscono lo stampatello e da questo nasce un “minestrone grafico” formato da stampatello e corsivo con le lettere attaccate le une alle altre.
Fortunatamente non è sempre così. Da anni molti insegnanti hanno ripreso l’insegnamento del corsivo, spesso su indicazioni di noi grafologi ri-educatori della scrittura. Ciò evita molte disgrafie. Inoltre la scrittura è una forma di comunicazione che le persone non devono perdere! Come molti sanno la grafia parla dell’autore e anche mescolare corsivo e stampatello in uno stesso scritto ha il suo significato psicologico.
Io insegno da oltre 40 anni, insegno ed ho sempre insegnato il corsivo. Non mi sono mai posta il problema di doverlo insegnare o meno. Lo si insegna, gli alunni lo imparano e lo usano correttamente. Nessuno mi ha mai chiesto di ometterlo. Forse starò invecchiando, ma cosa c’entra la penna cancellabile? La matita forse non è cancellabile? Se uno cancella l’errore e corregge, non è raggiunto lo scopo? Perché mai dovrebbe mantenere l’errore? Per vederlo? Ma se lo ha riconosciuto, cancellato, riscritto correttamente, qual è il problema? E la cara vecchia matita….. mandiamo in pensione anche lei? Mah……
Il problema delle penne cancellabili, come la matita è che non sono utili nell’apprendimento della scrittura e parlo di scrittura inteso come gesto, come unione di più capacità quella motoria di memoria, di definizione e la capacità di tramutare pensieri e suoni in segni grafici.
Sempre più spesso faccio presente la prensione della penna errata e sempre più spesso mi si chiede “perché qual è il modo giusto di tenere la penna?” sintomo che non si è centrato a pieno lo scopo dell’insegnamento.
Inoltre ci sarebbero altre mille questioni da approfondire in merito all’insegnamento della scrittura, ma farei un commento più lungo dell’intero articolo.
C’è tanto da lavorare, e tanto che può essere fatto già subito.