Oggi ci sembrerà banale, ma l’apprendimento si concretizza solo a seguito di molteplici errori che ci porteranno poi alla tanto desiderata risposta corretta. Non è sempre stato così però, la Pedagogia dell’Errore è una forma di pensiero che getta le sue fondamenta solo a metà del 900 con il contributo di Popper e in seguito di Perkinson.
Nasce quindi un concetto del tutto nuovo: c’è la possibilità del fallimento. Popper dunque propone un nuovo tipo di approccio che trasforma l’errore in protagonista per quel che riguarda il percorso che porterà alla conoscenza. Nel Programma di Arricchimento Strutturale (PAS) sono presenti alcune pagine che si dedicano agli errori, queste evidenziano come siano importanti per generare una fonte di pensiero critico consapevole.
Lo studente, una volta acquisita una sufficiente conoscenza delle cause che lo portano ad errare gli esercizi, dimostrerà di avere prontezza e capacità, riuscendo quindi ad approcciarsi in maniera critica al lavoro da svolgere. Prenderà dunque coscienza che l’errore non deve considerarsi negativo bensì è un aiuto che invita a stare più attenti in quelle attività che lo mettono in difficoltà. Essere consapevoli di poter sbagliare aiuta lo studente a non avere timore del giudizio, poiché è proprio con l’errore che la conoscenza aumenta.
Lo studente, soprattutto della scuola primaria, che sbaglia e che sa individuare i propri errori, si sentirà molto legato ai compagni che inevitabilmente potranno sbagliare gli esercizi. Insieme capiranno quindi che errare è un qualcosa che fa parte della loro natura e della loro formazione scolastica.
Anche la scuola ha cambiato punto di vista riguardo agli errori commessi: la sottolineatura dell’errore non è più vista come una cosa negativa, bensì lo trasforma in uno spunto di riflessione per l’alunno. Al docente spetta il compito di far capire che l’errore non è drammatico e scandaloso, ma fa solo parte del loro processo educativo.
La pedagogia positiva dell’errore infine si concretizza in due aspetti:
- È necessario condurre l’alunno alla riflessione riguardo il suo apprendimento, aiutandolo a controllare i suoi sforzi in maniera positiva, ma anche i suoi insuccessi e insicurezze.
- L’insegnante si mette in discussione anche riguardo ai suoi possibili errori e come prevenire quelli dei suoi alunni in quei processi di insegnamento-apprendimento che attiva. Deve anche interrogarsi su quale strada seguire per favorire l’apprendimento degli alunni, utilizzando processi differenti in base alle difficoltà riscontrate dagli studenti.
L’alunno infine capirà che tutta la sua attenzione non è più focalizzata sull’apprendimento, ma si focalizzerà sulle modalità con le quali apprende e sui processi mentali che compie, trasformando il suo pensiero in “Sapere di Sapere”