“Le donne andrebbero sterminate perché non valgono niente”. Così un’insegnante di un liceo in provincia di Reggio Calabria si sarebbe rivolta nei confronti di una studentessa durante la festa della donna.
La ragazza, la cui madre è deceduta nel 2016 in circostanze ancora avvolte nel mistero, aveva fatto richiesta al docente di visionare un film sulla figura della donna con il resto della classe. Tale richiesta era lecita perché supportata da una circolare diramata dalla dirigente scolastica.
L’insegnante è stata denunciata dai legali della defunta madre. A quella risposta del tutto inattesa la ragazza avrebbe reagito con un sorriso di disappunto. E a quel punto la professoressa ha aggiunto “Tu sempre con questo sorriso… Ti dovrebbero fare ministro dell’allegria!”
La studentessa ha raccontato la vicenda allo zio, il quale ha avvisato immediatamente la dirigente scolastica. La docente , convocata in presidenza, non ha mostrato alcun pentimento, ritenendo normale quella sua affermazione, ribadendo che tutte le donne andrebbero sterminate. I legali hanno dichiarato: “L’insegnante è tutt’oggi in classe sebbene sia stato avviato un procedimento disciplinare preso l’Ufficio scolastico provinciale e sarà compito della Procura accertare la sussistenza di profili di responsabilità penale per la condotta tenuta dall’insegnante”.
Il Garante per l’infanzia e l’adolescenza Antonio Marziale è rimasto sconcertato riguardo ad una notizia di questo calibro: “Ho deciso di convocare in audizione, presso il mio ufficio, l’insegnante protagonista dell’episodio. E intanto mi limito ad osservare che i vertici della scuola calabrese rispetto a un accadimento del genere devono assumere i provvedimenti più adeguati al caso e non di natura dialettica”.
Quello che ha lasciato ulteriormente basito il Garante è anche il fatto che la scuola è piena di linee guida inerenti all’educazione, alla cittadinanza attiva e al rispetto delle persone eppure queste norme vengono palesemente violate. Ha aggiunto: “la scuola che fa? Si limita a mandare un ispettore a chiudere la vicenda? Mi auguro – e non rimarrò inattivo – che stavolta non sia così”