Anche alla scuola primaria gli alunni che arrivano con qualche minuto di ritardo entrano alla seconda ora. “Con lui faccio sette, otto minuti a piedi, per me i più divertenti della giornata (…). La mattina del 27 febbraio siamo arrivati con un lieve ritardo, mentre ancora davanti alla scuola sostava il pullman che aveva portato gli alunni da altre parti della città. Per la prima volta abbiamo trovato cancello e porta chiusi, la bidella si è rifiutata di farci entrare, invitandoci in modo perentorio a ritornare alle 9,30“.
Questo è l’inizio della lettera inviata da una nonna al “Cittadinomb.it” che ha accompagnato il nipotino di sette anni a scuola ma si è trovata i cancelli chiusi; insieme a lei, a vivere la stessa esperienza, altri genitori e bambini. Il fatto è accaduto in un istituto comprensivo di Monza, proprio nella stessa città, la donna insegnò per 38 anni ma dichiara di non avere mai visto quanto accaduto a lei e al nipotino.
Prosegue poi la donna “Ho provato un senso di grande disagio e vergogna per chi rinuncia a educare con serietà, a maggior ragione nella scuola primaria. Esprimo il mio più grande disappunto per l’accaduto, allo stesso tempo non voglio abbandonare la speranza che la scuola recuperi il significato più profondo della sua missione educativa, assegnando ad ogni bambino che ne varca la soglia il posto giusto, in modo che possa crescere libero e consapevole dei propri diritti e doveri”; ma la vicaria dell’ istituto risponde che è stata creata un’apposita circolare perché a scuola si deve insegnare anche la puntualità e il rispetto verso il prossimo.
Chi arriva in ritardo disturba le attività didattiche che iniziano alle 8,30 e questo significa mancare di rispetto coloro che, invece, arrivano puntuali.