L’anno scolastico è iniziato da un po’ ma resta il problema delle cattedre scoperte. A Milano ve ne sono oltre 800 e i presidi cominciano a pensare a misure d’emergenza, come il richiamo dei docenti in pensione.
Il paradosso è che, nonostante l’esigenza di personale, l’algoritmo ministeriale ha tagliato fuori moltissimi lavoratori. I dirigenti scolastici segnalano anche diversi comportamenti poco professionali.
“Ci sono docenti che non si presentano o arrivano, prendono servizio e il giorno dopo spariscono” dichiara una preside.
“Le famiglie sono furiose. Prima che possa nominarle io, l’Ufficio scolastico dovrà riscorrere le graduatorie e passeranno altri quindici giorni. Questo meccanismo non funziona” afferma un’altra.
Un terzo dirigente scolastico dice: “Il primo nominato era in aspettativa, ne abbiamo trovato un altro, ma è stato ripescato su altra scuola, ce ne hanno mandato un altro che non si è presentato. Ora abbiamo un supplente, ma si vive con il fiato sospeso, che non venga ripescato e mandato altrove. Non è colpa del Provveditorato, il personale lavora moltissimo, è il sistema di reclutamento che non tutela il diritto allo studio“.
“Stiamo valutando di reclutare dei docenti di matematica in pensione o dei volontari utilizzando il fondo del Piano Estate per un progetto ad hoc. Ma è un palliativo e non è detto che avremo l’autorizzazione“.