Il primo settembre 1979, Michael Ende pubblicò quello che sarebbe stato il suo romanzo più famoso, “La storia infinita“. Il libro da allora ha venduto dieci milioni di copie e deve la sua notorietà soprattutto al film omonimo uscito nel 1984, peraltro non amato dallo scrittore.
Quello che molti ignorano, però, è che il film narra solo una parte del romanzo. Il protagonista è Bastiano Baldassarre Bucci, un ragazzino che mentre legge un libro approda nel regno di Fantàsia. Lì dovrà affrontare mille avventure per aiutare il giovane guerriero Atreiu a sconfiggere il Nulla.
Ma se il film finisce qui, con il regno di Fantàsia e la sua imperatrice vittoriosi, il libro prosegue. Bastiano infatti riceve dalla giovanissima imperatrice l’incarico di ricostruire il regno con la sua immaginazione. Il bambino però creerà una versione di sé diversa dalla realtà e finirà per rimanere imprigionato del regno di Fantàsia.
Sarà Atreiu questa volta ad aiutarlo. A voler significare che la fantasia è bella ma va presa a piccole dosi.
Un insegnamento che dopo quarant’anni è ancora attualissimo.