17 minori morti in 17 giorni. Sono questi i terribili dati resi noti da Save the Children riguardanti la situazione in Siria. E questo solo fino al 22 agosto.
I bombardamenti continuano incessanti ad Idlib, nella zona nord-occidentale. La direttrice nazionale di Save the Children in Siria, Sonia Khush, afferma: “Siamo profondamente preoccupati per i crescenti rischi per i bambini ad Idlib. Essi sono particolarmente esposti alle armi esplosive e sono stati coinvolti nelle violenze in corso nelle ultime settimane. Secondo i rapporti dei nostri partner ad Idlib in 17 giorni, è stato ucciso almeno un bambino ogni giorno. Circa 40.000 bambini sono stati costretti a spostarsi, spesso non per la prima volta, nelle ultime tre settimane. Le scuole sono chiuse e le strutture sanitarie corrono enormi rischi nel continuare a operare. Il conflitto in Siria non è finito e i bambini di Idlib continuano a soffrire”.
La situazione va avanti dallo scorso aprile. Secondo l’Ufficio dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, i civili rimasti uccisi sono più di 500, ma informazioni ufficiose parlano di più di 870 civili morti, compresi 180 bambini e 145 donne. Per il presidente Bashar al Assad l’unico modo per fermare l’eccidio è quello militare, riprendendosi i territori andati in mani nemiche. A farne le spese sono i civili uccisi dai bombardamenti.
Si stima che 17 villaggi siano completamenti stati distrutti negli ultimi mesi, compresi ospedali e scuole. Le Nazioni Unite dichiarano: “Almeno 43 attacchi che hanno colpito le strutture sanitarie o il personale medico nel nord-ovest della Siria sono stati confermati dall’Organizzazione mondiale della sanità”. Alle persone non resta altro da fare che fuggire. Ad agosto 72.000 civili hanno lasciato il paese, dirigendosi spesso verso la Turchia. il portavoce del segretario generale delle Nazioni Unite, Stephane Dujarric, ha richiesto il cessate il fuoco, ma sembra improbabile che verrà ascoltato.